lunedì 16 febbraio 2009

the Most Saint News

Afterhours: Cristiano Godano (Marlene Kuntz) e Antonio Rezza a Sanremo con Manuel Agnelli e compagni

Si prospetta un'esibizione interessante quella (già ampiamente discussa e criticata) degli Afterhours alla nuove edizione di Sanremo, in programma proprio in questi giorni.

La rock band milanese, che nell'occasione presenterà il nuovo brano "Il paese è reale", ha annunciato l'intenzione di salire sul palco con Cristiano Godano (Marlene Kuntz) e Antonio Rezza, attore, scrittore e regista cinematografico e teatrale, per dare vita ad una performance a più voci di musica, poesia e teatro.

http://www.pianetarock.it/news_singola.asp?id=2720

martedì 10 febbraio 2009

The Most Saint Lyric

Il Paese È Reale

Dici sempre le preghiere
Conti sempre fino a dieci e
Preghi ancora che
Non tocchi a te
Decidere
Piangi fermo in tangenziale
Inseguivi una cazzata
Era splendida e dorata
Fresca e avvelenata
Ma il paese da affondare
Tutto intorno a te a ballare
Bestemmiando disprezzare
E riderci un po’ su
E tu vuoi far qualcosa che serva
E farlo prima che il tuo amore si perda
Non ti accorgi che se lo vuoi tu
Quel che valeva poi non vale più
Se ti han detto resta a casa
Vola basso non scocciare
Se disprezzi puoi comprare
Se vale tutto niente vale
Se non sai più se sei un uomo
Se hai paura di sbagliare
Se hai voglia di pensare
Che fra poco è primavera
Adesso fa qualcosa che serve
Che è anche per te se il tuo paese è una merda
C’è una strada in mezzo al niente
Piena e vuota della gente
E non porta fino a casa
Se non ci vai tu
Io voglio fa qualcosa che serva
Fammi far solo una cosa che serva
Dir la verità è un atto d’amore
Fatto per la nostra rabbia che muore

...e come potrete notare, finisce con un'indimenticabile
erre mestrina, miei cari...!

lunedì 9 febbraio 2009

In principio era il Verbo

Siccome che tutti me domanda, eòra ve conto.
Mi chiamo.. no in italiano me fasso da ridare, parlo come ca son bona, va, ca ze mejo.
Me ciàmo Kety Bianchin, so nata a Bassan e fasso 'a cassiera al Prics.
Queo in Via Pellico Silvio, 5.
Me trovo anche benon, dai: el ze un buon lavoro... a parte a cassa vissin ai freschi che tocca tenere el pail anche in agosto, ma aeora là fazemo a turno co 'a Giannetta, e 'a Rosy.

Gièra l'istà del novantasie, setembre, quindi non se pol gnanca dire che gavevo dizsette anni parchè i fasso a novembre, no?
Insomma, Pièro, Checco, a Chiara e mi decidemo de andare a vedere i Afterhours al Pedro, a Padova, me ricordo che guidava Piero, el cameriere della Rosina.
Sicome che 'a matina dopo Piero gavaria vudo un esame el sarìa restà a Padova a dormire, quindi al ritorno doveva guidare Checco, sempre se nol fumava massa.
Rivèmo al Pedro e spetando lezemo i giornaeti dei bancheti del Centro Sociae suea vivisessiòn e sue stragi nel mondo, così che Checco tacca fumare subito, diciamo!
Dopo un fiatìn, tutti scuminsia a far casin, eora se spostemo pì sotto al palco, finchè viene fora el cantante: o vardo, po vardo 'a Chiara me amiga, po 'o rivardo: el gera faaaaatto che no ghe zera santi né Madonne, e anca tutti i so musicisti...!!
Specie, me ricordo uno col cocòn in testa che el sonava a chitara co 'a lingua fora e i oci sarà.
Piero me sbèca "Ou' varda Morgana che fatto ch'el ze!" e mi eora scuminsio a ciamàrlo Morgana!
Mi, personalmente, no i gavevo mai sentii.
Gavevo mi na cassetta che me gaveva fatto un me amigo, e 'a gavevo scoltà... Quindi par farla breve, del concerto no me ricordo gran che, bravi davero, ma sarìa più tipa da Biagio Antonacci par capirse, no? Biagio... o sennò me piaze tanto anca Carboni, o Grignani...
Però me ricordo che gèro come ipnotizà dai oci del cantante, no? E siccome ca non so mia bruta, e 'e robe e capisso... succede che eo me vardava, eora mi o vardavo... e eo me vardava e el faseva i sesti co 'a chitara, eora mi ghe ridevo, e vanti cussi fin che dopo el concerto a Chiara ga vossùo spetar par l'autografo.
E spetta e spetta, tanto che mi me gero anca un fià desaturà de spettar, no?.. prima riva i altri, tipo el batterista che gèra tutttto pien de cicatrici in faccia, ma el rideva contento, anca gentie.
Po' aea fine vien fora el cantante, sto Manuel Agnelli, e insomma el fa a foto co 'a Chiara e dopo el se ponta suea ringhiera e vardandome zo dritto fin nee mutandine, par capirse, el me dize na frase che me ga pietrificà parchè el me ga ditto, ma proprio diretto, “Ma tu sorridi come scopi?”
Mi so rimasta un po' interdetta, però siccome che l'intento me pareva chiaro ghe go ditto “No, tanto meglio!”
E siccome che su questa faccenda se ghemo intesi subito, i tozi me ga assà là e pazienza.

Devo dire, par correttezza, che el me ga domanda quanti ani ca gavevo e mi ghe go ditto ventiun, e po' 'e robe va cussi, no?
No sto a entrare nei dettagli parchè ze sta proprio emosionànte, mi pensavo 'a na botta e via, invèsse l'è sta proprio un signore e el me gà anca ricompagnà casa, ma anca parchè dopo, quando che no me rivava pì 'e me robe, a faccenda se ga fatta relativa.
Quando che ghe 'o go ditto aea Chiara a me gà sbarà tanto de oci, eora ghe mi ghe go ditto queste paroe che me ricordarò par sempre parchè el me bocia, desso, ze a roba pì importante ca go, e anca 'a roba mejo ca go fatto finora.
Ghe go ditto: “Abortire no saria mia bona, i mie me darà na man...: se zè o ciamo Manuel, come so papà!”

venerdì 30 gennaio 2009

Primo principio della termodinamica ridicolista.


Un tulipano, se lasciato nel vaso senza alcun tipo di compagnia
cercherà di appoggiarsi al muro.

lunedì 19 gennaio 2009

Ridicolismo poetico

Ode a M.A.

Ne l'umile lagna
almeno luna geli:
luna in gamelle.

"L'è un gela Milan!"
"Un M.i.g. nella lèa!"
"El Allamein gun!"

Manuàl nel gilè
Maglie?... Na! Nulle!
Magli nell'an? Uè!!?

Nulla:... e legnami!

Angela Menulli, detta La mugnaia Nèlle
AMEN UNA L.Gelli



Il componimento in perfetto metro ridicolista (versi ad anagramma 3-3-3-1 a tema religioso) tratteggia con efficaci immagini la personalità del Divino.
Inizia con un monito: dove c'è mediocrità (umile lagna) Lui saprà fermarla (raggelare).
Segue un ricordo biografico della Sua vita terrena, quando Lui era scout allo Schio 4 e osservava il riverbero della Luna nel piatto da cui consumava l'umile cena di bivacco.
Poi la Menulli continua affrontando due ambiti tematici vitali nella fenomenologia divina: la distruzione e l'amore.
Partiamo dal primo, sottolineato da tre immagini. Il primo verso cita un altro momento biografico: Lui di comprovata fede Interista frenerà sempre e comunque l'ascesa dell'orrido Milan, con il solo Suo pensiero, per la gioia dei tifosi.
Poi Lui viene definito come "M.i.g. nella lèa", ossimoro squisito che accosta il cacciabombardiere sovietico Mikoyan Gurevich MiG-27 (=la velocità, l'aria) alla puzza, al fango, la mota.
Infine, la terza immagine, ancor più efficace, si limita a citare uno dei mille nomi della divinità: Emanuel, pistola di El Alamein.
Il tema dell'amore viene esplorato nella terza strofa. Si accenna alla Sua maestria nell'amore (è addirittura ritratto con un manuale nel taschino del gilè) e all'inutilità di un indumento come la maglietta (preferendo camicie nere e bordeaux).
Infine si potrà notare come la Menulli non taccia pavidamente su un tema così dibattuto come la Bisessualità divina (Gli sono imputati momenti di abbandono con Clementi, Emidio e Giovanardi, Mauro Ermanno) e senza prendere una posizione netta, Lo fa esclamare costernato: "Uè!!?"
Il poema si chiude amaramente, con una dichiarazione di fallimento.
La Menulli si sottomette al Divino, conscia di non poterlo comprendere con pochi versi, e chiede da Lui la giusta punizione.


La poetessa Angela Menulli è una perfetta sconosciuta.
In un'intervista al settimanale Chi ha dichiarato a Signorini che il suo nome d'Arte (come Liala con d'Annunzio) le è stato dato dall'Agnelli durante un momento di estasi dopo un concerto al Pedro (Pd) in cui Lui le avrebbe detto (il condizionale è d'obbligo) che desidera lei venga chiamata così: La mugnaia Nèlle.
La criptica postilla "AMEN UNA L.Gelli" rimanda a chiavi di interpretazione massonica, che spiegherebbero sia l'austerità dei versi sia il loro simbolismo ridicolista, eroico e pregnante.

martedì 6 gennaio 2009

Ridicolismo al mercato settimanale.

Io e la Giannetta, vestite da mariachi messicani, andiamo al mercato settimanale di Milano perche Manuel Agnelli ha il banco della frutta e verdura là, anche con gli altri.
Reggiamo tra noi un gigantesco totem fatto con le nostre mani che dobbiamo portargli in dono, anche se non ci ricordiamo più esattamente il motivo.
Camminiamo per tutta la strada, da casa al mercato, facendo i passi di avanti indietro avanti avanti avanti, la qual cosa un po' ci rallenta, ma non tanto.
Alla bancarella di Emanuel ci fermiamo, posiamo il totem esattamete di fronte a Lui, che è dietro il banco, poi, per attirare la sua attenzione, intoniamo il grande successo iglesiano revisitato "MMMMManueleeeee!" tenendoci l'ugola per controllare il vibrato.
Subito dopo, all'unisono cominciamo un balletto cosacco cantando "Tritttta el giass col cul ... tritalgiàsscolbusdelcul" e, in sequenza, la Giannetta fa la posa eroica, io faccio quella della Wanda disabile che offre el caffietto e senza attendere che arrivino le sirene, schizziamo via, contente del successo di pubblico e sicure che Lui ci abbia capite e che saprà dove cercarci.
In caso.

venerdì 2 gennaio 2009

Sto chattando con Alessio Bertallot.
Gli dico che la sua voce mi fa impazzire e che me lo immagino con un dolcevita marrone e un paio di occhiali con montatura fina. Ma la simpatia è un'altra faccenda. Non sei simpatico, Alessio.
Un pò "sotuttoio", quasi quasi ti paragono a quel giovane architetto che tanto mi sta sui coglioni perchè tremendamente spocchioso e arrogantello.
M.F., se la legge permettesse il libero sfogo in tutte le sue forme, sappi che ne prenderesti tante. Botte da orbi, proprio.
Dicevo, sto chattando con Alessio Bertallot e gli parlo anche della morale che sottende a tutta La storia infinita, morale di cui non mi ero mai accorta in giovane età, ma che adesso mi si apre chiaramente davanti. I sogni che svaniscono, la gente che non spera più, i videogames al posto dei libri ecc... Veramente lungimirante.

Tutto d'un tratto, ohibò, squilla il telefono. E' Giulio Andreotti che si lamenta del fatto che non ha ancora rivisto, quest'anno, "Il Piccolo Lord" e "La Fabbrica di cioccolato". "Sissi, imperatice d'austria" si, invece. Lo ha visto perchè lo hanno dato in un orario a lui accessibile. Un orario in cui solitamente non entra im trance. Si lamenta di questo e anche delle intercettazioni telefoniche tra lui e Cino Tortorella, che anche lui si lamenta della programmazione di Mediaset e adesso corre il rischio di non lavorare più perchè si è sfogato solo quella volta e lo hanno beccato.

Aspettiamo Sanremo.
Quest'anno con ansia, trepidazione, splendida ed incrollabile fede in Lui che non sbaglia mai. Neanche la mira quando sputa addosso al pubblico.
Nemmeno la scelta di far nascere sua figlia nonostante la possibilità dell'aborto.
Però lo sappiamo tutti che te la stavi facendo sotto, a diventare padre.
Ma ti amiamo anche per questo.
Soltanto non essere troppo esigente con tua figlia, quando sarà adolescente. Chè se non vuole prendere droghe magari ha ragione lei, e tu non ti devi incazzare per questa decisione.


Ho sempre sognato, da che ho ricordi, di scrivere un romanzo che inizia con "era una sera d'estate". Sono velocissima a digitare questa frase perchè ogni volta che accendo il pc la scrivo a vuoto. Così. Un pò per gioco e un pò per delizia.


Giannetta, e se g'ha scanceà tute e foto rento al compiuter. So tanto intristia che no te se. Tuti i me morosi che i xe 'ndai strucando un paro de botoni.
Xe come chea volta che a Giusy a ze 'nda in discoteca e uno ghe g'ha meso a droga nel biciere e ea se g'ha svejà el giorno dopo sensa calse e no a saveva se 'sto omo che el dormiva visin de ea gh'in avesse approfittà o se'l fusse stà coreto. No se ricordava gnente. Ecco. Mi me sento cussì.